Riferimento al Catalogo della Stampa dell'Archivio Nicola Ciletti presso la Biblioteca Provinciale di Benevento: |
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Giuseppe Calogero, Fremiti d'arte napoletana nelle luci del calendimaggio. Mostre personali. Nicola Ciletti in: "Roma della domenica", 11 maggio 1924, p. 3 Nicola Ciletti attraverso un centinaio di tele che hanno suscitato ammirazione e consensi generali alla Permanente in Villa Comunale; [...] L'arte di Ciletti ha una duplice fisionomia un senso tragico della vita che ora affiora nello sguardo fosco di un contadino affranto dalla fatica; (" Il guardiano di porci " n.59") ora passa nelle pupille arrossate di una donna che ha ucciso la propria creatura; (" Matricida ") Ora luccica con la fredda luce di una lama tra le labbra di una femina che sa contorcersi, sa reggere un'altra bocca, sa piegarsi come un giunco quando bacia chi la paga; ( " Baci senza amore" ). Ora grava sulla nuca di uno sconfitto e gli squassa il cervello con il rombo di una bufera che avanza [...] (" Il travolto "). Con la duplice fisionomia della sua arte Ciletti vuole da un lato portare dinnanzi agli occhi di chi osserva il carico di dolore e di miserie che pesa su una classe di maltrattati, i contadini, e dall'altro tutte le fasi del dramma silenzioso nel quale si svolge la vita della donna. Dolore, nell'uno e nell' altro caso [...] Tragedia di uomini oscuri condannati per tutta la vita. [...] Il contadino di Ciletti non ha nel volto, nell'atteggiamento la morbidezza direi quasi la sdolcinatura di quello del Millet che può fin sembrare artificioso in quella specie di romanticismo che lo incurva nella preghiera, in un atteggiamento troppo convenzionale [...] Quello del Ciletti è palpitante di verità [...] Vero perché rude, perché non alterato dalla carezza del pennello. Egli piega la fronte che sembra plasmata nelle zolle indurite dal solleone allorché sente maggiormente sulle spalle il peso della zappa o nell'aria il vento che porta la vita al seme nuovo disperso tra i solchi [...] e lo scirocco che attossica le radici del vigneto verde. E' differente ancora dal rubicondo contadino delle scuole toscane il quale gode di mostrarsi sulla soglia di un casolare imbiancato, sotto l'ombra dei pergolati, tutto contento vicino alla sua donna tra lo scintillio del vino nuovo e i visi abbronzati di una grigliata allegra. Il contadino di Ciletti pensa. Attraverso di esso l' artista vuol mostrarci una forza e un espressione della Società moderna: il lavoratore; il lavoratore che sostiene le lotte più faticose contro la natura contro la materia che arricchisce gli altri col sacrificio della propria vita e le rinunce più atroci. Egli però non vuole impietosirci passandoci innanzi a testa bassa coperto di stracci. Non vuole raccontarci storie pietose, lunghe storie di dolori per ottenere la nostra commiserazione come la lunga schiera di disfatti e di vinti, di pezzenti e di straccioni che la società ha gittato sulle vie desolate e l'arte ha raccolto sulle tele e nel marmo. Non vuole neanche chiedere la nostra solidarietà e il nostro aiuto abbattendosi al suolo con solo fremito di vita nel torace esiguo come nella mirabile concezione del D' Orsi. Assolutamente no. Egli passa a testa bassa,senza guardarci, tutto assorto in pensieri gravi, [...] Fin dove giungeranno questi uomini [...] L'artista ha dato ai loro volti la durezza e l'impassibilità dei combattenti anziché la rassegnazione dei vinti. Il senso tragico della vita li perturba ma non li abbatte con la imperiosità di un comandamento divino, li spinge verso i campi al mattino li trascina a sera al sonno ma non li domina. I contadini del Ciletti, dicevo, vogliono pensare meditare a testa bassa sopra i diritti dell'uomo. [....] le sue figure contadinesche sono trattate con pennellate larghe con tinte semplicissime sebbene solide, con vasto sguardo sintetico. La sua pittura che ha prima vista potrebbe sembrare dura, monotona è indispensabile per ottenere lo scopo prefisso dall'artista. Pittura grigia, senza note acute, senza tonalità eccessivamente alte che potrebbero diventare nocive distraendo l' attenzione dall'esame generale. Pittura rude che rispecchia già in se stessa un carattere importante dell'ambiente che vuol riprodurre [...] Del secondo genere della sua produzione il Ciletti invece si trasforma . La tavolozza diventa brillante, ricca, esuberante gli fornisce tutte le tinte calde di cui si serve per dar vita alle svariate figure femminili che appaiono nella sua mostra . Qui il concetto affiora nel colore, il pensiero dell'artista si tinge di giallo di rosso carminio. Ogni nota ha una risonanza; da una ricca, armoniosa sinfonia cromatica sorge la protagonista di un piccolo dramma umano, il disegno diventa scrupoloso, impeccabile, l' analisi impeccabile. [...] Se non si tenesse conto della versatilità e dell'acuta sensibilità del Ciletti, nella sua opera potrebbero vedersi delle contraddizioni. Sarebbe un errore poiché le numerose figure che il suo pennello ha creato con profondità di pensiero e con una personalissima impronta tecnico-artistica, siano o no finite, carezzate appartengono tutte a uno stesso tipo, vivono tutte della stessa vita e su tutte grava un certo senso tragico che le perturba ma non l'abbatte [...] |