Raccolta stralci della stampa

Riferimento al Catalogo della Stampa dell'Archivio Nicola Ciletti presso la Biblioteca Provinciale di Benevento:

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Nicola Ciletti. Per il rione degli artisti a Napoli

in: "Il Mattino", 23 giugno 1926

Ill.mo Direttore de "Il Mattino"

Un altro e più importante problema per gli artisti liberi napoletani, l'Alto Commissariato deve proporsi di risolvere: quello del rione degli artisti.

Dare agli artisti la casa, cioè, mettere gli artisti liberi nella condizione giuridica di qualsiasi altra classe di cittadini, dare ad essi la sensazione di appartenere ad una categoria riconosciuta dagli enti statali.

Per artista libero, intendo colui che vive esclusivamente con gli incerti provventi della sua arte, senza nulla chiedere, né allo Stato, né alle Amministrazioni locali, senza posto né emolumenti fissi, dominato dalla febbre della ricerca e della concezione artistica, ha con la preoccupazione, il dolore, l'assillo delle materiali esigenze della quotidiana esistenza, sempre precaria e sempre piena di ignorati ma nobili sacrifizii.

Dalle più umili alle meno modeste classi sociali, oggi, si sente il bisogno di risolvere il problema della casa. Gli artisti liberi per colmo della loro sventura non possono neanche essere ammessi nella categoria dei più umili operai pur trovandosi con questi ad ingrossare le grandi falangi dei diseredati della fortuna.

Le provvidenze statali hanno alleviato notevolmente le pene dei senza-tetto con le facilitazioni concesse per la costruzione di case ai varii ordini impiegatizi, dagli operai ai magistrati. All'artista, nulla deve la società!

Neppure debito di riconoscenza la società crede di avere nei riguardi di coloro che sprezzanti di ogni benessere materiale, chiusi solamente nel loro sogno di bellezza e di sentimento, tormentati dal bisogno del lavoro, danno un impronta all'Epoca in cui vivono, senza nulla chiedere e tutto donando, facendo arricchire quelli che dello sfruttamento dell'arte lautamente si pascono, aspettando spesso la morte dell'artista per celebrarne la interessata apoteosi.

Includere essi fra coloro che debbono avere una casa è opera santa e patriottica ad un tempo.

Nessuno più dell'artista ha bisogno di una casa per lavorare, per

produrre, per dare alla Patria, la sua santa opera di civiltà, di

bellezza, di pensiero.

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