Riferimento al Catalogo della Stampa dell'Archivio Nicola Ciletti presso la Biblioteca Provinciale di Benevento: |
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Mario Rotili, Nicola Ciletti. in: "L'Arte nel Sannio". Edito dall'Ente del Turismo stampato dallo Stabilimento Tipografico "Le Forche Caudine", 1953 [...] Ciletti invece, sebbene abbia conosciuto presto il successo, ed il più caloroso ed unanime, fin dal lontano 1906, quando, giovanissimo, alla Quadriennale di Torino, venne salutato come il miglior rappresentante del Mezzogiorno, ha preferito abbandonare la grande città e da Napoli si è ritirato da tempo nella sua terra, in quel brullo Valfortore, che gli è però ispiratore delle sue cose più belle, quelle che soprattutto lo rivelano artista originale, pittore cui l'Ottocento napoletano è stato solo esperienza formativa. La sua gravità di volume, infatti, ed il suo impianto chiaroscurale solido e sostanzioso sono conquiste personali, cui molto dà la tradizione, dalla quale il pittore mai deliberatamente si stacca, ma che solo un forte temperamento poteva realizzare. E le realizza appieno, quando, abbandonati i toni plumbei e tetri ispiratigli da una tumultuosa scapigliatura giovanile in Napoli ed a New York, ritrovata finalmente, nella sua terra, la luminosità abbagliante del sole che dardeggia le zolle arse ed abbacina i volti abbronzati dei contadini, o la chiarità malinconica del raggio lunare che illumina la facciata solenne di una chiesa e le piccole case grigie di una stradetta tortuosa o infine il barbaglio della fiamma che arde nel camino a ristorare la sua gente stanca della fatica e dell'inoperosità forzata. Ed in questo mondo, in cui i contadini semplici e rudi sono in lotta continua con gli elementi e con la società egoista, in questo mondo in cui matura nel silenzio il dramma doloroso della donna ugualmente schiava, in questo mondo di miserie e di dolori s'aggira l'ispirazione del pittore che mai ha intenti polemici, che mai vuole impietosire, ma che obbedisce solo ad un bisogno profondo del suo spirito fremente dinanzi allo spettacolo di una tragedia che si rinnova da secoli. E' quello che mostrano, tra gli altri, " Il vento ", " Sotto il solleone ", " I padroni ", " Gli umili ", che, affermatosi alla Biennale veneziana del 1926, è ora nel Palazzo del Governo, ed il recente " Pane e terra ", della raccolta della Camera di Commercio, in cui una più sommaria ma anche più robusta squadratura delle figure ed una composizione più stringata ci danno, grazie anche ad una efficace schiarita della materia cromatica, una autentica celebrazione della gente del Sannio. Così Ciletti, artista veramente sannita, è l'ultima vigorosa espressione di una tradizione d'arte, che, nonostante il suo tono minore, ed il suo procedere riservato e schivo, è senza dubbio fervida, [...] |