Riferimento al Catalogo della Stampa dell'Archivio Nicola Ciletti presso la Biblioteca Provinciale di Benevento: |
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Sempre vivo il
ricordo del pittore Ciletti in: "Il Mattino", anno LXXVII, n.° 92, 2 aprile 1968 L'ultimo dei grandi della Scuola napoletana se ne andato il 2 aprile dello scorso anno in S. Giorgio la Molara. Vissuto nel tormentato volgere dei nuovi tempi, nel suo sempre composto invadere delle nuove correnti artistiche, portate su dall' ansia del "Moderno" e del "futuro" egli rimase gigante sdegnoso e solitario, fedele custode del concetto umanistico dell' Arte, rifiutando compromessi opportuni ed aggiornamenti proficui, [...] che tanta fortuna, celebrità di grido ed affermazioni di "cassetta" propinavano agli industri combinatori di cromie. Nel suo eremo del Sannio lo confortarono i consensi e l'ammirazione di quanti, cultori come lui dell'Arte lo videro nella luce della sua grandezza. Così il Di Giacomo: "A voi che lavorate con fede con amore, e con solitudine" egli scriveva il 12 agosto 1919; ed altrove - Tutti a casa ammirano il vostro suggestivo dipinto, ed io penso più in là di farne una tricromia per qualche mio volume". Ammirazione e stima profonda che il poeta esprimeva inviandogli spesso anche sue foto con dedica "all'amico Ciletti il suo affezionatissimo Di Giacomo".[...] Dal Di Giacomo al giudizio di Vincenzo Gemito che soleva dire: "Il contadino di Ciletti non saprà farlo mai nessun altro" - al consenso sempre unanime dei maggiori critici d'Arte. Si dice di lui "affermazione luminosa", lo si proclama "il più valoroso fra gli artisti napoletani", e ancora: "Artista di vero interesse per un critico che ama la sostanza delle plasmazioni ed il profondo nell' espressione e nell'ambiente". E, infine facendo eco a tanta affermazione, il presidente Merzagora accogliendo " La casa dell'ostaggio " così ne scriveva: "Il quadro dell'illustre Nicola Ciletti arricchisce con la sua bellezza la testimonianza di una grandissima Arte di cui il Senato è felice ospite". |