Ostaggio, ostatico
"raunato che ebe Pipino uno
copioso exercito, venne in Italia e assediò el re Aistulfo,
dal quale ricevette quaranta ostagi acioché egli restituisse
alla Romana chiesia tutti li luochi che egli levato li aveva e
che più non la perturbasse": la cattura e la consegna di
ostaggi in tempo di guerra, come nel caso descritto da Manerbi
nel suo Volgarizzamento della Legenda aurea, sono state
da sempre praticate, fino al 1949, quando la Convenzione di
Ginevra le ha esplicitamente proibite.
Da un punto di vista etimologico
il sostantivo maschile ostaggio è un antico gallicismo,
deriva, infatti, dal francese antico ostage (moderno
otage), a sua volta derivato dal latino hospes
-pitis "ospite" e già documentato, intorno al 1080,
nella Chanson de Roland. La forma alternativa
ostatico, invece, con le sue varianti ostadico,
obstadico, ostadigo (e, afereticamente, statico,
stadico), deriva probabilmente dal latino tardo
hospitaticum, anch'esso derivato a sua volta da
hospes -pitis "ospite". Il significato proprio
del sostantivo - "cittadino di uno stato nemico che un
belligerante tiene in proprio potere e contro il quale
minaccia di prendere determinate misure nel caso di eventuali
violazioni di un proprio diritto dalla parte avversa"
(Vocabolario Treccani) - è largamente attestato, e con
continuità, dal XIII secolo (nel Serventese delle guerre
tra Lambertazzi e Geremei, di area bolognese) fino ad
oggi. Diverso, invece, è il caso del significato estensivo -
"chiunque sia preso e trattenuto a forza (da banditi,
rapinatori, dirottatori, terroristi, carcerati, o da una
fazione in lotta contro un'altra) come garanzia di incolumità
o impunità, come mezzo di ricatto, o comunque per servirsene a
propria difesa" (Vocabolario Treccani) - che conosce le
sue prime attestazioni lessicografiche solo intorno alla metà
del XX secolo: la prima di tutte, stando alla documentazione
raccolta da Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli nel Dizionario
etimologico della lingua italiana, è quella offerta dal
Dizionario enciclopedico italiano nel 1958; come
controprova può essere non inutile ricordare che ancora nella
nona edizione (1950) del Dizionario moderno delle parole
che non si trovano nei dizionari comuni di Alfredo Panzini
il lemma ostaggio era definito solo nel significato
proprio ("ostaggio. Pegno dato o imposto dal nemico
per la esecuzione di promessa o patto o ordine, e ciò si
faceva consegnando cose o persone che ne erano mallevatrici
con la vita. Feroce costume risorto con la Guerra").
Luigi Romani