Fryda Laureti Ciletti


Frida Laureti fotografata da Nicola Ciletti nel suo studio di Napoli che fu di Domenico Morelli (1927 circa)

 

Fryda Laureti Ciletti è stata la moglie di Nicola Ciletti dal 1927.

Terzogenita di Silvio Laureti e Lina Lanz nacque ad Alanno (Teramo) il 3 giugno 1905. Trascorse un'infanzia felice con la famiglia. Nel 1911 fu condotta a Zurigo per ricevere una educazione adeguata ai canoni materni di rigore e di disciplina. Frequentò la scuola pubblica e la chiesa protestante, studiò il tedesco, e il francese.

Nel dicembre del 1914, quando la guerra era ormai imminente, raggiunse i genitori a Crotone, dove il padre era direttore della Cattedra di Agricoltura esperimentale. Durante la guerra l'intera famiglia fu internata a Lagonegro per l'origine tedesca della madre.

Nel 1918 appena adolescente perse il padre colpito dalla epidemia di "spagnolo".

Nel 1920 riprese gli studi a Napoli dove era andata a vivere con la madre e i fratelli. Era in possesso di una cultura non comune e di una intelligenza creativa. In questo periodo assunse, anche, lezioni di disegno e modellato.

Nel 1924 la morte della madre la colpì profondamente. La scrittrice Bianca Maria Cammarano, sua amica, la confortò e le fu vicino.

Qualche mese dopo dovendo scrivere un articolo per il " Roma " la Cammarano portò con se Fryda, nello studio di uno degli artisti più in vista di Napoli "... il trionfatore della mostra al Circolo Artistico..." il malinconico, poetico, perplesso Nicola Ciletti ... " il forte e geniale pittore ... che sa imporre alle sue opere una cifra ardente e vibrata ...

Nicola Ciletti fu travolto dal fascino di Fryda. Si sposarono nell'ottobre dello stesso anno.

Fryda fu la modella, l'allieva, la compagna; Gloria, Imperia, Sigfrido i loro bambini furono i modelli dei suoi quadri.

Nel 1937 dopo la prima mostra personale, la pittrice fece parte di "quell'interessantissimo gruppo di artisti" a cui accennerà Mario Rotili in "Arte nel Sannio ", Ente Provinciale per il Turismo, Benevento, 1952 p.177. Nel 1942 e nel 1949 esposero insieme con ampio successo.

Dopo la guerra fu costretta a restare con la famiglia a San Giorgio la Molara, nella tenuta del Serrone per la distruzione causata dal bombardamento della casa a Benevento.

Fryda reagì alla difficoltà di quella solitudine prendendo contatto con poeti e letterati, pubblicando scritti e disegni su riviste e periodici anche religiosi.

Si era convertita al cattolicesimo nel 1941, dopo un lungo e approfondito studio della storia della Chiesa e dei suoi Dottori. Conquistata dalla nuova fede, con entusiasmo e slancio che le erano propri ne fece fonte d'ispirazione per scritti e quadri. Ebbe commesse d'arte sacra che le procurarono soddisfazione e successo a discapito però dello stile pittorico che si volse a modi più calligrafici.

Muore a S. Giorgio La Molara nel 1987.