Raccolta stralci della stampa

Riferimento al Catalogo della Stampa dell'Archivio Nicola Ciletti presso la Biblioteca Provinciale di Benevento:

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Alberto Silvestri,

La Mostra Ciletti sarà inaugurata stasera

in: "Il Popolo Sannita", anno VI, n.° 27, 28 maggio 1932

Nicola Ciletti è ritornato a Benevento dopo sei anni di assenza. Sei lunghi anni che sono serviti a trasformare completamente la sua complicata sensibilità, a smussare gli angoli del suo carattere, a donargli una visione del mondo più completa e aderente alla realtà.

Il pittore che si compiaceva di ritrarre con inimitabile fedeltà e con ineguagliabile potenza di espressione tutto ciò che di triste o di cattivo lo circondava, il pittore che martoriava la propria anima per inseguire un fantasma di pace, di eguaglianza e di giustizia per tutti, il pittore che sorgeva in difesa degli umili e degli oppressi ha visto improvvisamente intorno a sé qualche cosa di nuovo, ha sentito come un raggio di sole penetrare nella sua anima e le sue tinte hanno preso dei toni più caldi, le sue figure hanno conosciuto espressioni ed atteggiamenti che prima mai avevano conosciuto. Nicola Ciletti è in sei anni ringiovanito.

Continua a rimanere il poeta insuperato della terra e dei lavoratori della terra; i suoi soggetti preferiti sono ancora come allora, gli umili e i derelitti, ma dai suoi quadri di oggi non traspare più né la rivolta impotente né l'imprecazione fiera, si diffonde invece sugli uomini e sulle cose un senso di umanità profonda e commossa, una pietà infinita e talvolta un'infinita serenità.

Anche quando, come ne "Il naufrago", campeggia nel quadro una figura triste di vecchio, assorto nel suo umile lavoro di restauratore di dipinti, dall'ambiente, dal volto, dall'atteggiamento della figura non emana quella oscura rivolta che pur sarebbe naturale in chi nella sua giovinezza ha inseguito

i fantasmi dell'arte e della gloria, ma una pacata rassegnazione forse più dolorosa e certamente più efficace.

Nicola Ciletti ha esposto in questa mostra delle cose veramente bellissime. " La Messa di Natale ", è un vero gioiello, " I veggenti ", sono di una potenza e di una evidenza impressionante: " Colui che uccise ", è una delle sue cose migliori. E " La lettera ", e " Il ricoverato ", e " Lo zingaro", e " Il centauro ", e tanti altri e tutti gli altri fanno rimanere pensosi e ammirati dell'altezza di concezione e di perfezione tecnica che ha saputo raggiungere questo artista nostro.

" L'antiquario ", [...] " Sotto il solleone "," [...] " Chiesetta di campagna ", [...]

E " Riflessi d'oro ", [...] oltrepassa il significato evidente del soggetto per risolversi in un inno alla vita ed in una glorificazione della bellezza muliebre.

Ma il quadro in cui Ciletti ha evidentemente voluto sintetizzare tutta la potenza di espressione che ha saputo in tanti anni raggiungere, il quadro vasto e ponderoso cui ha atteso, con amore e con travaglio è " Il vento ".

Ideazione potente, esecuzione perfetta, scuote chi lo guarda. Nel contemplarlo si ha la sensazione di qualche cosa di occulto che domina sui quattro personaggi che campeggiano nella vastità senza confini del paesaggio. E su tutto: sul paesaggio, sugli uomini, sul cane bianco che li segue fedele spira il vento impetuoso che forse simboleggia il travaglio senza soste dell'umanità e dell'artista.

[...]

Dello stesso autore cfr. anche schede: bg9

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